Una prospettiva etica per la telemedicina

Una prospettiva etica per la telemedicina

Collaborazione tra il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze e un’azienda leader del settore

La pandemia ha reso evidente, all’interno di un contesto di emergenza, le opportunità offerte dalla telemedicina, l’insieme di servizi sostitutivi o propedeutici alla pratica medica convenzionale, realizzati attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Proprio su questo campo il Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG) dell’Università di Firenze ha avviato una collaborazione con Health Point S.p.A., società specializzata nella gestione di sistemi evoluti di telemedicina e di percorsi di prevenzione e cura, con sede a Roma. L’azienda ha cofinanziato, ai sensi del decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1062/2021, un progetto di ricerca che ha fra i propri obiettivi quello di promuovere una prospettiva etica per la diffusione della telemedicina e delle applicazioni di salute digitale.

La ricerca, di durata triennale, ha un valore complessivo di 150mila euro ed è cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo REACT EU – Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020, a titolarità del Ministero dell’Università e della Ricerca. Le attività di ricerca saranno svolte da Carlo Botrugno, ricercatore di Filosofia del diritto e Bioetica e coordinatore del Research Unit on Everyday Bioethics and Ethics of Science presso il centro di ricerca inter-universitario L’Altro Diritto.

“Gli anni che stiamo attraversando mostrano le possibilità che si aprono con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in sanità, ma siamo ancora lontani da un uso sistematico di queste innovazioni” – spiega Botrugno -. “Molte sono le questioni ancora da affrontare al fine di assicurare uno sviluppo coerente della telemedicina, basti pensare ai profili di responsabilità professionale o alle insidie poste dalla regolazione dei dispositivi medici, solo per fare alcuni esempi. Poiché non esiste ancora una regolazione giuridica ad hoc per la telemedicina, neppure a livello europeo – aggiunge il ricercatore –, è di fondamentale importanza ricorrere agli strumenti offerti dalla bioetica per stabilire un punto di incontro fra chi offre e chi riceve il servizio, ovvero quello che io definisco «una prospettiva etica per la telemedicina»”.

“Questa prospettiva – commenta Botrugno – può contribuire alla diffusione della telemedicina, quindi anche aumentarne la sostenibilità economica; ma soprattutto può avere un ruolo imprescindibile per garantire una maggiore inclusività, poiché sappiamo che le competenze digitali rappresentano oggi un fattore chiave per garantire una piena accessibilità ai servizi a distanza da parte di tutta la popolazione”.


Fonte: met.cittametropolitana.fi.it